Oggi vi propongo una breve passeggiata, da unire magari ad un picnic familiare, alla scoperta della batteria corazzata di Valledrane, uno dei rari esempi di fortificazione risalente al primo conflitto mondiale ancora visitabile nel settore lombardo.
Per ragioni di sicurezza la visita al forte è naturalmente possibile solo dall’esterno: all’interno mura e solette pericolanti rendono pericolosa la visita.
La costruzione del forte ebbe inizio molto prima dello scoppio del conflitto. Sebbene alleate, all’interno di quella che fu definita la Triplice alleanza e che comprendeva anche la Germania, Regno d’Italia ed Impero austroungarico costruirono già prima del 1915 un sistema di fortificazioni, casematte, sbarramenti, a difesa dei confini.
Il progetto dell’opera fu approvato nel 1906 e nel 1912 il forte risultava armato con 6 cannoni da 149 mm in acciaio, ospitati in cupole girevoli.
Parallelamente nel 1911 fu decisa anche la costruzione di un forte a Cima dell’Ora nell’entroterra di Anfo, allo scopo di evitare l’eventuale aggiramento della Rocca d’Anfo, e un appostamento per cannoni sul monte Manos, a protezione del forte di Valledrane steso.
Infine anche la vicina e sottostante postazione del dosso Antegolo fu dotata di altri 4 cannoni più piccoli, da 75mm.
Salvo qualche colpo ad inizio conflitto, con l’arretramento del fronte, che fin dai primi giorni di guerra si spostò più a nord, il forte perse d’importanza e già dal luglio 1915 fu gradualmente disarmato.
Fu solo verso la fine del conflitto, nel 1918 che temendo una controffensiva del nemico il forte venne nuovamente dotato di cannoni.
In seguito venne dismesso dal demanio militare. L’opera venne poi danneggiata non solo a causa del tempo ma anche per l’opera dei recuperanti che nel corso degli anni hanno letteralmente depredato il forte di quanto potesse essere recuperato.
Le caserme del forte vennero negli anni successivi alla guerra trasformate in Sanatorio infantile – per l’esattezza il Preventorio “Benito Mussolini” – che venne inaugurato il 28 ottobre del 1928 nell’anniversario della marcia su Roma Dopo aver dato assistenza a migliaia di bambini nel 1978, ormai superato da nuove modalità di lotta della tubercolosi, il Sanatorio venne chiuso ed ora è divenuto una Colonia estiva.
Quanto al forte, dopo anni di parziale abbandono è stato alcuni anni fa ripulito dalla vegetazione.
La Scheda
Partenza: Sanatorio di Valledrane (760 m)
Coordinate: 45.720098, 10.446711
Arrivo: Forte di Valledrane (831 m)
Dislivello complessivo: 71 m
Tempi di percorrenza: 30 minuti fra salita e discesa
Difficoltà: T (turistica)
il percorso si sviluppa su strade sterrate
Periodo consigliato: tutto l’anno
Distanza da Brescia: 46 km
Accesso:
Giunti a Idro, abbandoniamo la strada provinciale 237 del Caffaro e deviamo dapprima a destra in direzione della Valvestino e, appena fuori dal centro abitato, nuovamente a destra in direzione di Treviso bresciano.
Raggiunto poi un dosso, intersechiamo la Sp56, e continuando verso destra arriviamo in poco meno di 1 km nei pressi della chiesetta di San Liberale, dove troviamo le indicazioni per Valledrane.
Si può parcheggiare qui alla chiesetta o proseguire su tale strada ancora per qualche centinaio di metri, giungendo comunque rapidamente ad alcuni spiazzi in cui è possibile trovar posto (Visualizza su Google Maps).
Descrizione:
A piedi continuiamo lungo la strada, vietata al normale traffico, che procede in leggera salita verso nord, passando accanto ad alcuni edifici.
Poco dopo la deviazione per l’ingresso dell’ex Sanatorio, ora colonia estiva, la strada si biforca.
Noi prendiamo la sterrata, chiusa da una sbarra, che si alza alla nostra destra nel sottobosco.
Nel giro di poche centinaia di metri, ad un nuovo bivio procediamo dritto e in breve ci troviamo nel piazzale antistante il forte.
Il luogo, poco frequentato ma suggestivo, può essere meta anche di piacevoli picnic.
Tutt’intorno gli ambienti su più livelli, del forte, oltre ad alcune piazzole di tiro e trinceramenti parzialmente coperti dalla vegetazione, il tutto da visitare con attenzione.
Il rientro avviene poi lungo il medesimo percorso.