Conosciuta soprattutto per gli sport invernali, la località di Montecampione offre la possibilità di piacevoli passeggiate anche per il periodo estivo.
Ne è un esempio la lunga cavalcata in cresta, assai panoramica, che unisce il monte Muffetto al monte Crestoso, probabilmente il tratto più suggestivo del 3V, il noto sentiero delle tre valli bresciane che in 7 giorni, effettua il periplo delle creste che contornano la Valtrompia, con partenza e arrivo da Brescia.
Qui ne presentiamo una versione ridotta, comunque riservata a chi ha un po’ di esperienza di montagna, che ci condurrà dal monte Muffetto ai Corni del Diavolo, con rientro dalla variante bassa dello stesso 3V, lungo un tracciato che permetterà di salire su numerose vette (se contiamo tutte le sommità raggiunte – benché alcune non abbiano neppure un nome – sono comunque una decina…).
Un percorso da fare esclusivamente in buone condizioni del tracciato: visti i tratti esposti su pendii erbosi è infatti bene evitare generali condizioni di scivolosità del percorso, quali erba bagnata, neve e ghiaccio.
Si parte dal Plan di Montecampione (1.740 m), località un tempo conosciuta come Bassinale, raggiungibile in un’ora o poco più dalla città.
Parcheggiamo nei pressi del grande complesso immobiliare delle “Baite”, oggi in fase di restauro e rilancio dopo anni di parziale abbandono, e della grande statua dedicata a Marco Pantani che qui, nel 1998, ottenne una delle vittorie più significative della sua carriera che gli permise di conquistare anche il Giro d’Italia.
Partendo proprio dalla statua del ciclista, lasciando alle nostre spalle il grande edificio de “Le Baite” attraversiamo quella che in inverno è una pista da sci e dall’altro lato notiamo una traccia di sentiero che, poco più in alto, reca anche un paletto in legno indicante il Rifugio Dosso Rotondo. É il nostro percorso. Rapidamente, prestando comunque un poco d’attenzione, arriviamo al valico detto “Goletto di Baccinale” (a 1.750 m di quota e non 1.650 m come erroneamente indicato nel cartello) posto a cavallo fra la Valle Trompia e la Valle Camonica.
Qui pieghiamo a sinistra, risalendo ora il versante meridionale del Muffetto, lungo il sentiero che si inerpica perlopiù nei pressi della cresta, sempre ben guidati dagli immancabili segnavia biancazzurri del sentiero 3V, che ci faranno compagnia per buona parte del percorso.
Pazientemente si giunge su una prima anticima da cui poi rapidamente perveniamo anche alla vera e propria vetta del Muffetto (2.060 m), sommità sulla quale dal 1976 campeggia una croce a ricordo degli alpini. Il panorama è amplissimo e si spinge nelle belle giornate, oltre che alle valli vicine, anche al gruppo del Bernina e alle non lontane Orobie.
Ripreso il cammino continuiamo verso nord, risalendo brevemente un’altra anticima (2.011 m) dalla quale teniamo la destra restando sul crinale, lasciando invece a sinistra il più evidente sentiero che scende per abbassarsi fino alla Stanga di Bassinale, un sentiero valido quale via d’uscita e di rientro in caso di necessità.
Rapidamente saliamo su una sommità senza nome (1.953 m) e, poco dopo, si perviene nei pressi del Corno Mura (1.937 m), la cui cima si raggiunge con una breve deviazione verso destra (attenzione a non sporgersi troppo però)!
Più in basso, nel versante camuno, notiamo anche il selvaggio lago Rondeneto che getta le sue acque nella cupe e misteriose valli dell’Orso e dell’Inferno.
Sempre sulla panoramica cresta in rapida successione si sale anche sulla cima Torricella (2.009 m) e, più avanti, sul monte Rosello (2.025 m).
Da qui il percorso diventa più impegnativo, non tanto per le pendenze quanto perché da un lato troveremo un versante roccioso e dall’altro un versante scosceso, su erba che in determinate condizioni potrebbe risultare scivolosa.
Con attenzione quindi si raggiunge anche la cima aguzza del Corno del Diavolo (2.031 m) su cui campeggia una piccola croce in legno.
Qui si deve prestare attenzione: il sentiero scende a sinistra una decina di metri prima di giungere alla croce di vetta stessa. Oltretutto, in questo tratto si lascia la cresta per procedere prevalentemente nel versante camuno, con alcuni tratti che richiedono anche l’uso delle mani, quantomeno in appoggio, per avere sicurezza.
Fate attenzione quindi, soprattutto in condizioni di scivolosità.
Si supera altro corno (il secondo dei due Corni del diavolo, questo a quota 1.987 m) e due sellette, dopo la seconda delle quali ha termine il tratto accidentato ed impegnativo del percorso,
Risalito un ultimo dosso senza nome si arriva infine alla Foppa del mercato (1.924 m), un valico dove convergono le mulattiere che salgono dalla Valtrompia e dalla Valcamonica e dove si ritiene, come lascerebbe intuire il nome, che si ritrovassero un tempo i mandriani delle due valli per scambiare le proprie merci.
Qui terminiamo la nostra cavalcata in cresta e scendiamo a sinistra raggiungendo rapidamente l’accogliente rifugio Elena Tironi, a quota 1.690 m in località Rosello di Sopra (per info http://www.rifugiotironirosello.com), dedicato alla funzionaria dell’Assessorato all’ambiente di Regione Lombardia scomparsa nel 2018, situato all’interno dell’Area Vasta Valgrigna, una zona montana tra le più preservate e gestita da Ersaf.
E proprio nei pressi del Rifugio prende il via anche il breve percorso del “Sentiero della trementina”, che abbiamo intersecato in discesa prima di giungere al rifugio stesso.
Un percorso – si tratta di un breve anello che possiamo percorrere in circa 30 minuti -dotato di sette pannelli informativi, con cui avremo modo di riscoprire usi, virtù e modalità di estrazione di tale resina, che contribuì in passato all’integrazione del reddito delle famiglie di questi luoghi e forniva medicamenti importanti per salute.
Il punto d’avvio si trova all’altezza della prima curva della sterrata che si alza leggermente verso meridione partendo proprio dal Rifugio.
Ma cos’è esattamente la trementina? É una resina, piuttosto densa e oleosa, che si estrae generalmente in estate dal tronco degli alberi di larice praticando un foro alla base del tronco.
Serviva come solvente per vernici ma anche per le sue proprietà balsamiche, emollienti e antisettiche e fin dall’antichità venne utilizzata per inalazioni, applicata su dermatiti, ferite oltre che per numerose altre finalità terapeutiche.
Si presenta con un colore simile al miele e contiene principalmente trementina e colofonia, che si potevano separare solamente grazie a un processo di distillazione. Fu proprio per la crescente richiesta di tale prodotto che nell’Ottocento, prese avvio in zona l’estrazione di trementina. A quel tempo veniva giornalmente raccolta in fusti di lamiera e in seguito trasportata a valle per la lavorazione. Le “Pezze salutari di Valle Camonica”, le garze di lino imbevute di trementina realizzate dalla famiglia Pendoli, erano efficaci contro dolori articolari e muscolari e ottennero anche riconoscimenti all’Esposizione Bresciana che si tenne al Castello di Brescia nel 1904, dove furono presentate nel padiglione delle Industrie farmaceutiche.
Percorso o meno il Sentiero della trementina, per rientrare alle nostre automobili, dal Rifugio continuiamo sempre sulla già citata strada sterrata, all’inizio in leggera salita, in direzione sud, transitando in breve dalla località “Corna dei soldi“(1.750 m), dove fino a pochi anni fa si trovava anche un cippo a memoria del partigiano Paolo Poli qui ucciso nel luglio 1944.
Sempre verso meridione, ora in leggera salita, si superano la piccola fonte detta “Fontanì del Vescof” e la malga Rodeneto poi, più avanti, si oltrepassa il valico della Stanga di Bassinale (1.898 m), da cui si torna a vedere il complesso immobiliare delle Baite e da cui, in una ventina di minuti, si torna al punto di partenza.
Se volete conoscere le numerose leggende locali, che in particolare raccontano della nascita del lago Rondeneto e della fonte detta “Fontanì del Vescof”, dei misteri della Corna dei Soldi e del monte Muffetto, consiglio la lettura di “Bòte di Valgrigna”, opuscolo disponibile in Multimedia, sezione pubblicazioni, del sito http://www.montagnedivalgrigna.it
Per maggiori informazioni sul sentiero della trementina è invece possibile vistare il portale del turismo lombardo http://www.in-lombardia.it
La Scheda
Tempi: circa 4 ore e 30 minuti l’intero percorso (Sentiero della trementina escluso, in tal caso aggiungere circa 30 minuti)
Difficoltà: EE (escursionistica per esperti)
Percorso da evitare in caso di condizioni di scivolosità
Dislivello: circa 800 m
Periodo consigliato: da maggio a ottobre
* articolo apparso sul periodico Adamello n. 135 di giugno 2024, edito dal CAI di Brescia