Percorrendo la strada provinciale che risale l’intera Valsabbia, una volta giunti sul lago d’Idro avrete certamente notato dopo l’abitato di Anfo una grande fortezza, la Rocca, che costruita sui fianchi rocciosi del monte Censo, scandita da batterie, forti e possenti mura, si erge a sbarramento della Valsabbia, in quella che è una sorta di “grande muraglia” bresciana.
Andremo a scoprirla con questa breve e piacevole passeggiata che si sviluppa sul lungolago che da Anfo porta alla batteria Statuto e alle vicine fortificazioni, fra cui ricordiamo trova spazio anche il Museo della Rocca d’Anfo, che ospita importanti cimeli risorgimentali e delle due guerre mondiali, la cui visita è libera e gratuita.
A tal proposito per informazioni relative alla visita guidata alla struttura e alle date di apertura del Museo è possibile visitare il sito web www.roccadanfo.eu.
Ma torniamo alla Rocca e alla sua lunga storia.
Tutto ebbe inizio nel basso medioevo: si suppone infatti che almeno un piccolo presidio militare stabile fosse esistente già precedentemente alla signoria Viscontea (secolo XIV), anche se è poi da questa che si hanno notizie certe.
Il secolo successivo il territorio valsabbino entrò nell’influenza della Serenissima Repubblica di Venezia e la Rocca d’Anfo, che fino a quel tempo era una fortificazione modesta, venne ampliata e rafforzata, svolgendo non solo la funzione di presidio militare ma anche di dogana.
Nei secoli successivi la Rocca si trovò più volte al centro di attacchi armati e di assedi, in particolare all’inizio del ‘500, e lo fu anche quando nel 1796 venne occupata dagli austriaci in guerra contro le truppe francesi che riuscirono però in seguito a conquistarla.
É nella breve parentesi della Repubblica Cisalpina che la Rocca d’Anfo assunse per buona parte le forme attuali. Fu lo stesso Napoleone, intuendo l’importanza strategica che la zona del lago d’Idro aveva nel presidio dei confini con l’impero Austro-Ungarico, che ordinò di potenziarla.
Il progetto venne affidato a due ingegneri militari, François Benoît Haxo e François Liedot, che ipotizzarono un’opera articolata in mura, caserme, casematte, postazioni che dal lago si alzavano per quasi 300 m di dislivello.
Iniziati i lavori intorno al 1802 gli stessi non vennero però portati a termine, dapprima per la campagna russa del 1812 e in seguito per la definitiva sconfitta di Napoleone.
La sola parte più alta risultò pienamente completata, comprendente le batterie Tirolo, Rolando e Belvedere, e il ridotto difensivo sommitale.
Con la caduta di Napoleone il territorio bresciano entrò infatti a far parte del “Regno Lombardo-Veneto”, sotto la dominazione austriaca e la Rocca, non essendo più posta sui confini, perse rapidamente d’importanza. Tornò ad essere oggetto di attacchi però già con la prima guerra d’indipendenza italiana allorquando venne temporaneamente conquistata dalla Guardia Civica del distretto di Vestone.
Dal 1859 la Lombardia passò ai Savoia e la Rocca, tornata ad essere un punto strategico di confine fra due Stati diversi, venne riarmata ed ampliata con nuovi bastioni. Già pochi anni dopo, nel 1866, fu al centro di alcuni scontri nell’ambito della Terza guerra d’indipendenza.
Per renderla al passo con i tempi, nuove migliorie si effettuarono poi tra il 1870, con la costruzione della batteria Statuto che fu adibita al controllo stradale, e il 1895, con la costruzione della caserma Zanardelli.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, con lo spostamento della linea del fronte più a nord, la Rocca venne rapidamente disarmata dai pezzi d’artiglieria e servì unicamente come punto d’appoggio logistico.
Durante la seconda guerra mondiale non ebbe importanza di rilievo. Solamente sul finire del conflitto le truppe tedesche, per non incontrare ostacoli nella ritirata, fecero esplodere la Batteria Statuto, quella posta nei pressi della strada.
Nel dopoguerra la Rocca venne utilizzata dapprima come deposito poi nel 1975 fu definitivamente abbandonata.
Dal 2006 la Comunità Montana di Valle Sabbia e il Comune di Anfo, hanno ottenuto l’affidamento della Rocca con l’onere di restaurarne almeno una parte e di aprirla al pubblico, cosa che avvenne già poco dopo.
Per maggiori approfondimenti sulla storia dell’imponente fortificazione si veda il volume “La Rocca d’Anfo”, di Giuseppe Calabria, edito dal Gruppo sentieri attrezzati di Idro.
La Scheda
Partenza: Anfo (373 m)
Coordinate 45.764749, 10.494117
Arrivo: Rocca d’Anfo – Batteria Statuto (380 m)
Dislivello complessivo: trascurabile
Tempi di percorrenza: circa 30 minuti la sola andata, altrettanti il ritorno
Difficoltà: E (escursionistica)
il percorso si sviluppa lungo un ampio sentiero sul lungolago
Periodo consigliato: tutto l’anno
Distanza da Brescia: 60 km
Avvicinamento:
Risalita la Valsabbia e raggiunto il lago d’Idro si prosegue sulla Ss237 fino a raggiungere l’abitato di Anfo, dove si devia a destra alla grande rotonda proprio prima dell’abitato.
Parcheggiati i propri mezzi nei pressi del Municipio (oltre sono scarse le possibilità di sosta – Visualizza su Google Maps), a piedi ci si porta in direzione del Porto, punto di partenza dell’escursione.
A piedi:
Si imbocca ora verso nord il sentiero in ghiaia che procede sul lungolago, e che avanza con leggeri saliscendi regalando dei suggestivi scorci sull’Eridio e sulla soprastante Rocca, di cui già sono visibili numerose parti.
Dopo un buon tratto ci si trova a camminare nei pressi di un muro perimetrale della fortificazione, giungendo poi in uno spiazzo erboso nelle vicinanze di un piccolo porticciolo, che notiamo alla nostra destra.
Poco più avanti si sbuca infine alla Batteria Statuto nei pressi del parcheggio della Rocca d’Anfo.
Dopo una tranquilla sosta si fa ritorno dal medesimo itinerario.
É invece da sconsigliare il ritorno sulla strada provinciale essendo questa sprovvista di marciapiedi.
Tornati al porto, data la brevità dell’escursione, si suggerisce di proseguire ancora verso sud, sempre in riva al lago, lungo la piacevole passeggiata pedonale, giungendo infine alla parte meridionale del paese da cui in breve si fa ritorno ai propri mezzi.