Attratto da un articolo che definiva la ciclabile Brembana come una delle più belle d’Italia ho rispolverato l’idea di una visita cicloturistica di questa Valle Bergamasca…
Avevo già frequentato la Val Brembana e sempre, a causa dell’accesso automobilistico, la vedevo come una valle industriosa e laboriosa ma per la verità poco interessante.
Questo perché nei primi km che da Bergamo salgono verso l’alta valle si notano ponti, fabbriche, gallerie, paesi un po’ disordinati e… traffico.
Attratto da un articolo che definiva la Ciclabile Brembana come una delle più belle d’Italia ho rispolverato l’idea di una visita cicloturistica della Valle e devo dire che, a parte i primi km, ho davvero riscoperto una Vallata splendida, ben curata, ricca di storia e di vallate verdi, in cui certamente programmerò altre uscite, forse per camminare sull’antica Strada Priula o forse per salire sulla storica vetta del Pizzo dei 3 Signori.
Questa la breve descrizione del percorso, che mi sento di suggerire anche a tutti voi (non dimenticatevi un lucchetto, per assicurare la bicicletta nelle numerose soste, e un fanale, per la possibile presenza di gallerie non illuminate).
Lasciamo l’automobile nei pressi del fiume ad Almenno San Salvatore e in bicicletta saliamo in paese proseguendo poi verso nord sulla strada, poco trafficata, che percorre il versante orografico destro della valle.
In breve giungiamo a Clanezzo dove si nota, dall’alto di un viadotto, il sottostante ponte medievale “di Attone” sul torrente Imagna, che si raggiunge a piedi con breve deviazione, e l’attiguo porto sul Brembo.
Dopo le foto di rito si riprende la bicicletta e si prosegue su questo versante, con numerosi saliscendi, fino a Sedrina, dove si può notare l’intrico di ponti, per la verità poco attraenti, che si sovrappongono l’un l’altro. Segue ora un tratto di pedalata sulla trafficata Provinciale, almeno fino a Zogno, dove si devia a destra in centro all’abitato fino all’area del mercato, che si tiene ogni Sabato.
Ha qui il via la pista ciclabile, davvero bella e ben tenuta, che segue il tracciato della vecchia ferrovia fino alla ex stazione di Ambria, dove poi si passa dall’altro lato del fiume grazie ad un recente ponte ciclabile.
Si continua sulla sinistra orografica del fiume fino all’industria di imbottigliamento della San Pellegrino, dove la ciclabile riprende il tracciato ferroviario, e in breve si arriva all’omonimo nucleo, dall’illustre passato ma oggi un po’ decadente, oltrepassando quello che un tempo fu il lussuoso Grand Hotel e, poco dopo, la vecchia stazione del treno.
Dopo il paese ha inizio il piatto forte della ciclabile: una serie di gallerie ferroviarie oggi illuminate ed aperte al solo transito ciclopedonale.
Più avanti si raggiunge rapidamente San Giovanni Bianco, punto di snodo con la Val Taleggio, superato il quale si arriva ai piedi di uno dei gioielli della Valle, il villaggio di Cornello dei Tasso, non a caso riconosciuto quale uno dei Borghi più belli d’Italia, raggiungibile deviando a piedi brevemente dal percorso.
Come si intuisce dal nome, famiglia eminente del paese fu quella dei Tasso, di cui il poeta Torquato è oggi l’esponente più noto, che già dal cinquecento fu capace di creare un efficiente sistema postale nell’impero asburgico.
Ben più antica la storia del Borgo, che fin dall’epoca medievale fu un importante nucleo di passaggio sulla via Mercatorum, la via dei mercanti, che collegava Bergamo alla Valtellina.
Ripresa la bicicletta più avanti attraversiamo una passerella sospesa che ci riporta sulla altra riva del fiume e rapidamente arriviamo ad un’altra sorpresa del percorso, il “Ponte delle capre”, un ponte in pietra del XV secolo.
Tornato nuovamente sull’altro lato rapidamente oltrepassiamo Lenna e dopo un’ampia curva saliamo infine a Piazza Brembana dove la ciclabile ha termine nei pressi di quella che un tempo era la stazione capolinea della ferrovia, oggi utilizzata dagli autobus.
Potremmo fermarci qui ma, già che ci siamo, proseguiamo ancora per alcuni km fino ad Averara, altro gioiello della Valle.
Continuiamo allora fino a Olmo al Brembo sulla viabilità ordinaria, poi deviamo a sinistra in direzione di Averara e, raggiunto il cimitero del paese, deviamo a destra salendo ripidamente alla località di Redivo, caratterizzata dall’edificio della vecchia Dogana Veneta (l’odierna Casa Bottagisi), con la curiosa scalinata alternata ai ballatoi in legno.
Scesi in paese possiamo ora ammirare la via porticata, un tempo posta sulla citata Via Mercatorum, con stemmi e dipinti databili tra il XV e il XVI secolo.
Il contachilometri segna, per ora, 42 km. Ne abbiamo altrettanti per il ritorno.
É allora tempo di tornare, non prima però di concederci una pausa caffè nel bar del paese.